La storia della Sardegna

La Sardegna è stata sempre sia per la sua posizione geografica e sia per le sue risorse minerarie , oggetto di particolare attenzione delle varie potenze che si affacciavano sul mediterraneo centro-occidentale. Infatti Cartaginesi, Romani, Arabi, Fenici, Pisani, Spagnoli, etc. si sono sempre contesi questa meravigliosa isola.

La storia della Sardegna parte con l’arrivo dei Fenici che occuparono l’isola nel IX secolo, per poi passare sotto il dominio di Cartagine intorno al 500 a.C.. I Cartaginesi riuscirono a difendere bene l’isola dagli attacchi dei Focesi. Subito dopo la prima Guerra Punica nel 238 a.C., passò sotto il dominio dei Romani, che inizialmente dovettero mettere a freno le continue ribellioni degli abitanti spinti dai Cartaginesi. Queste ribellioni continuarono anche dopo che l’isola insieme alla Corsica, fu proclamata provincia e affidata a un Pretore, terminate solo il secolo successivo.

Durante il periodo del dominio Romano, la Sardegna conobbe un periodo molto prospero e separata dalla Corsica con la riforma di Diocleziano. Nel 456 a.C. i Vandali riuscirono a togliere l’isola all’Impero Romano, ma nel 534 a.C. passò sotto il dominio dei Bizantini. I Bizantini esercitarono una vera e propria politica di depredazione, per questo gli abitanti strinsero legami sempre più stretti con la Chiesa per cercare di migliorare la riorganizzazione in campo civile e religioso dell’isola. In seguito sull’isola si abbatterono sempre più frequentemente incursioni saracene che partivano dall’Africa, dalle Baleari e dalla Sicilia. Tramite queste incursioni iniziarono a crearsi dei governi locali chiamati “Giudici”.

Questi governi locali si mantennero indipendenti fino al XII secolo, cioè fino a quando non entrarono ad insediarsi sull’isola i Pisani. Passata sotto il dominio dei Pisani venne confermata la suddivisione politica in quattro giudicati Cagliari, Arborea, Gallura e Torres. I quattro Giudici anche se controllati dai Pisani e dalla Santa Sede, accrebbero il loro potere e lo resero ereditario. Dopo il dominio dei Pisani, l’isola passò a quello dei Genovesi , ma nel 1241 Federico II diede al proprio figlio naturale Enzo il titolo di re di Sardegna. Divenuto re di Sardegna sposò Adelasia erede di Torres e di Gallura. Nel 1249 re Enzo fu sconfitto a Fossalta e fu fatto prigioniero dei Bolognesi, quindi i Pisani ne approfittarono per impadronirsi dell’isola. Ma nel 1284 sconfitti dai Genovesi dovettero cedere definitivamente i loro possedimenti sardi, invece Sassari si diede in maniera spontanea.

Nel 1295 incominciarono ad insediarsi gli Aragonesi con la carica da parte di Bonifacio VIII a Giacomo II d’Aragona, il quale in cambio rinunciava alla Sicilia. Nei centri principali come Iglesias e Cagliari dove furono tolti gli antichi ordinamenti e gli statuti comunali, per oltre un secolo e mezzo si susseguirono opposizioni contro la feudalità spagnola (Catalani e Aragonesi).
Ma lo stesso la feudalità spagnola riuscì a rafforzarsi a svantaggio dell’elemento locale, e neanche il parlamento concesso nel 1355 da Pietro IV riuscì a stabilizzare la situazione economica e politica. Nel 1713 con la guerra di Successione spagnola l’isola passa all’Austria. Nel 1717 la Spagna cerca di riprendersi l’isola ma non ci riesce, quindi la Sardegna passa definitivamente all’Austria con il “trattato di Cockpit” stipulato nell’agosto 1718. Con questo trattato e con gli accordi presi con la Gran Bretagna e con la Francia, Vittorio Amedeo II cede la Sicilia e il 2 settembre 1720 prende possesso a tutti gli effetti della Sardegna. Da quel momento inizia il regno di Sardegna, il primo nucleo politico e territoriale del futuro regno d’Italia.

I provvedimenti più importanti che prese il sovrano sabaudo furono la diminuzione delle tasse, l’uso obbligatorio della lingua italiana e l’apertura delle carriere a tutti. Nel 1773 il trono passò a Vittorio Amedeo III, che regnò fino al 1796. >Nel 1792 i francesi cercarono di occupare la Sardegna, che seppe difendersi perfettamente, quindi i francesi si ritirarono.

La Sardegna chiese a re Vittorio Amedeo III riforme costituzionali, ma il re non volle anzi ordinò lo scioglimento degli stamenti. A causa di questo ordine in molte città nacquero numerosi movimenti antipiemontesi esplosi in insurrezioni. Con l’unificazione italiana dopo l’emanazione albertino avvenuta nel 1848 venne favorita l’opera d’industrializzazione, con la nascita delle prime società per lo sfruttamento delle risorse minerarie di cui era piena l’isola.

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