Come attestato da diversi documenti storici, il territorio attualmente occupato dal comune di i Selargius era fortemente abitato già in epoca Neolitica ed Eneolitica, come dimostrato dal villaggio eneolitico di Su Coddu o risalente al 3000 a. C. circa) e dai villaggi di Cuccuru Matt’e Masonis e Staineddu.
All’epoca nuragica, invece appartiene il pozzo sacro di Santa Rosa.
Nei secoli successivi la popolazione si concentrò essenzialmente in due borgate che diedero origine all’odierno abitato: Cellarium (nome con cui i romani chiamavano il deposito in cui si conservavano le derrate agricole) e Palmas (che di fatto scomparve nel corso del XIV secolo). È verosimile che dove sorgeva Cellarium si trovasse un centro di raccolta dei cereali prodotti in loco e destinati a Roma
Selargius fece parte del giudicato di Cagliari, nella curatoria del Campidano di Càlari, fino al 1258.
Successivamente passò ai pisani, agli aragonesi e, durante le guerre che contrapposero il Giudicato di Arborea invasore e il Regno di Sardegna, parte della Corona d’Aragona per qualche anno, fu controllata anche dagli arborensi,.
Nel 1366 Mariano IV d’Arborea costruì nei pressi di Selargius un campo fortificato per bloccare i rifornimenti verso Cagliari.
In proposito, lo storico Carta Raspi nella sua “Storia della Sardegna” afferma:
«Il quartiere generale di Mariano era in Salarjo, indubbiamente Selargius; un campo trincerato che gli Aragonesi chiamano “bastida”.
Punto eminentemente strategico, alle spalle di Cagliari, ne dominava tutto il retroterra fra la spiaggia di Quartu Sant Elena e lo stagno di Santa Gilla…»
Il campo trincerato, una sorta di quadrato di 4 ettari con lati di 200 metri, è tutt’oggi visibile in uno stabile di via Rosselli.
Nel 1324, a seguito della vittoria aragonese sugli arborensi, Selargius fu concessa in feudo dal re d’Aragona Giacomo II il Giusto a Berengario Carroz e a sua moglie Teresa Gombau de Entença.
Nel 1363, l’abitato fu incorporato nella contea di Quirra, sempre feudo dei Carroz.
La contea, nel 1604, divenne Marchesato con i Centelles e fu compreso successivamente nella baronia di San Michele.
Dai Centelles, poi, l’abitato passò agli Osorio de la Cueva, ai quali fu riscattato nel 1839 (anno che, di fatto, segna la fine del sistema feudale in Sardegna).
Facendo un piccolo passo indietro, va sottolineato che medioevo fu un’età importante per Selargius.
Proprio durante questo periodo storico controverso l’originario nucleo storico si andò pian piano organizzando tutt’intorno alle più importanti strutture religiose del periodo (in particolare la chiesa di San Giuliano e la chiesa di San Lussorio).
Per virtù dei poteri conferiti al Governo dai Decreti del 1927 e 1928, nel 1928 il comune di Selargius – così come Quartucciu, Pirri e Monserrato – venne aggregato al comune di Cagliari, (fino al 1947).
Soltanto a partire dal secondo dopoguerra, va precisato, l’abitato è interessato da un processo di trasformazione e di crescita che trasforma quello che era un piccolo centro agricolo in una realtà urbana a tutti gli effetti.
Oggi Selargius è la decima città della Sardegna. Una città che vuole crescere e svilupparsi ancora, valorizzando la sua storia e la sua cultura.