Storia di Olbia

La Storia di Olbia, lunga e affascinante

Le prime testimonianze dell’uomo in territorio olbiese risalgono al neolitico medio (4000 – 3500 a.C.).
A partire dalla media età del bronzo anche Olbia, come il resto della Sardegna, ospitò diversi insediamenti nuragici (come ci ricordano: il nuraghe Riu Mulinu a Cabu Abbas, il villaggio nuragico Belveghile e la tomba di giganti di Su Monte ‘e s’Abe).

Dopo l’arrivo dei Fenici, nel corso del VII secolo a.C. fu la volta dei Greci di Focea e, proprio in quel periodo, affonda le sue origini il nome Olbia, che deriverebbe proprio dal greco ¿λβιο /olbiòs ossia “felice“, “fortunato“, “prospero”.

Tra il V e il IV secolo, s’insediarono i cartaginesi e, oltre ad innalzare mura e torri, edificarono – nella parte più alta della cittadina – un’acropoli con tempio dedicato a Melqart.

Nel 535 a.C., le acque comprese tra il golfo e la Corsica, furono teatro della battaglia del Mare Sardo (o battaglia di Alalia) – la prima grande battaglia navale nei mari dell’occidente – tra navi focesi della colonia di Alalia e navi etrusche e puniche.

I Romani invasero la Sardegna nel 238 a.C. e presto, Olbia – trasformata in un importante snodo commerciale ed in una base navale militare – fu riorganizzata e poté godere di grandi opere viarie.
Diventata il principale avamposto romano della Gallura, con ogni probabilità fu insignita anche del prestigioso titolo di municipium.

Con la disfatta dell’Impero Romano e la conquista vandalica, Olbia, devastata, visse uno dei periodi più bui della propria storia, da cui iniziò a riemergere alla fine del VI secolo quando apparse su alcuni documenti ufficiali con il nome di Phausiana (in greco bizantino ¦αυσι).

Dopo la separazione dall’Impero Bizantino, la Sardegna si suddivise in 4 giudicati e Olbia, con il nome di Civita, conobbe un periodo di grande sviluppo che la portò ad essere scelta come Capitale del Giudicato di Gallura.

Nel 1296, alla morte del giudice Nino Visconti, Olbia, così come il resto del giudicato fu controllata dalla repubblica di Pisa e la sua autonomia fu messa a dura prova.
Anche il suo nome venne mutato in Terranova.

Catalani e Aragonesi giunsero sull’isola nel 1323 e crearono un regime feudale che comportò, di fatto, la disgregazione del Giudicato di Gallura; a partire dal XIII, iniziò, così, per la città un periodo di decadenza e di spopolamento che continuerà fino al XVI secolo;
nel 1718, con l’arrivo di Vittorio Amedeo II di Savoia in Sardegna,  anche Terranova venne interessata da progetti di riqualificazione e costruzione di opere pubbliche e infrastrutture che portarono al ripopolamento del centro.
La ripresa si fece poi più decisa in seguito all’Unità di Italia.

Durante il ventennio fascista, e più precisamente il 4 agosto 1939, un regio decreto ripristinò l’antico nome greco-romano di Terranova: Olbia.
Qualche anno più tardi, nel maggio del 1943, i bombardamenti degli anglo-americani, distrussero la città.

Dalla seconda metà del XX secolo, ed in particolar modo dagli anni ’60, Olbia, visse, grazie anche alla creazione del Consorzio Costa Smeralda, uno straordinario boom demografico ed economico che continua anche oggi.

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