Oristano e il suo territorio, come buona parte dei paesi e delle città sarde, può vantare una storia secolare e millenaria.
E’ una cittadina dalle tante potenzialità, probabilmente in buona parte ancora inespresse.
Può vantare una posizione invidiabile, nel mezzo della costa occidentale della Sardegna, a Nord della fertile pianura del Campidano.
Parleremo di questo; della sua Storia, del Territorio, delle Spiagge e della meravigliosa fascia costiera, delle sue tradizioni, dei suoi piatti e prodotti tipici…
Parleremo di Oristano e di tutto ciò che ruota intorno a questa storica città della Sardegna.
La città di Oristano si sviluppa per 84,57 km² presso la force del fiume Tirso, lungo la costa centro-occidentale della Sardegna, e si affaccia sull’omonimo golfo.
Oristano ospita circa 32.000 abitanti che abitano le sue 7 frazioni: Donigala Fenughedu (situato a nord, oltre il fiume Tirso; fu, fino al 1927, un comune), Massama (in prossimità del fiume Tirso) Marina di Torre Grande (centro residenziale estivo che si è sviluppato intorno all’imponente torre aragonese), Nuraxinieddu (fondata nell’XI secolo come “domus” o “demestiga de rennu”, ospita pregevoli architetture religiose), Silì (si sviluppa nel Campidano di Simaxis ed in passato fu un comune autonomo) e San Quirico.
La provincia di Oristano occupa una superficie di 2.990,45 km² ed è bagnata ad ovest dal mar di Sardegna, confina ad est con la provincia di Nuoro, a nord con la provincia di Sassari, ed a sud con la nuova provincia del Sud Sardegna.
Il territorio è alquanto variegato: se Oristano ha un’altitudine sul livello del mare che non supera i 5 metri, nella sua provincia si possono trovare le placide pianure del Campidano (che, ricordiamo, occupano tutta la parte sud orientale ed attraversa parzialmente anche Cagliari e la provincia del Sud Sardegna), ma anche vette, relativamente importanti, come quelle della subregione del Montiferru (nella parte nord-occidentale).
Questo massiccio, di origine vulcanica, ha la sua massima elevazione nel monte Urtigu (1050 m s.l.m.) e si caratterizza per un’inconsueta varietà di specie faunistiche (comprendente, ad esempio: muflone, cervo sardo, grifone, falco pellegrino, upupa, ghiandaia e cormorano) distribuite in diversi ambienti naturali (che vanno dalla vegetazione costiera alla tipica macchia mediterranea e comprendono anche fitti boschi di lecci). La seconda cima più alta del Massiccio del Montiferru è il Monte Entu, con i suoi 1024 m s.l.m.
Nel settore nord-orientale si trova l’altopiano di Abbasanta (famoso per ospitare la Foresta pietrificata di Zuri – Soddì), diretta continuazione dell’altopiano di Campeda.
Nella parte sud-orientale della provincia di Oristano, nella piana di Uras, si erge invece il massiccio del monte Arci (812 m s.l.m.), famoso anche per le sue cave di perlite.
Le sue vette sono rappresentante da tre torrioni basaltici di origine vulcanica: Sa Trebina Longa (812 m), Sa Trebina Lada (795 m) e Su Corongiu de Sizoa (463 m).
L’Oristanese è attraversato da due importanti fiumi: il fiume Tirso (il più lungo della Sardegna con i suoi 152 km) che sfocia nel golfo di Oristano e il fiume Temo (l’unico fiume dell’isola parzialmente navigabile) che sfocia nel Mar di Sardegna.
Allo sbarramento del fiume Tirso si origina il Lago artificiale Omodeo (il nome è un omaggio ad Angelo Omodeo, l’ingegnere che si occupò al progetto della prima diga).
Intorno al lago, oltre alla tipica macchia mediterranea, si sviluppano anche boschi di leccio e roverella.
Nel tratto di litorale tra capo Mannu e Marceddì s’incontrano alcuni stagni e saline; tra questi, si ricordano:
Lo Stagno di Cabras: si sviluppa nella parte settentrionale del golfo di Oristano e per biodiversità ed estensione è considerato una delle più importanti aree umide sarde (inoltre, con le zone umide di Mistras, Pauli ‘e Sali forma un notevole ecosistema palustre).
Lo Stagno di San Giovanni: si sviluppa per 7 km² nei pressi della costa meridionale di Oristano, nei comuni di Guspini e Terralba, ed ospita diverse specie animali di grande interesse; tra questi: cormorani, aironi, falchi di palude, fenicotteri, pernici di mare, martin pescatore e gabbiani rosei. È utilizzato per l’allevamento ittico del muggine, dalle cui uova si ottiene la bottarga.
Stagno di Sale Porcus: è lo stagno temporaneo più vasto della Sardegna e si estende nella penisola del Sinis, vicino al centro di Riola Sardo e di San Vero Milis. Caratterizzato dall’assenza di immissari e di emissari, per via della forte evaporazione, durante il periodo estivo può prosciugarsi totalmente. Nello stagno nidificano e si riproducono numerose specie di uccelli acquatici (anche in via d’estinzione): fenicottero rosa, gabbiano roseo, volpoca, gru europea ed il pollo sultano viola.
Di fronte la costa della penisola del Sinis, si trova la selvaggia Isola di Mal di Ventre (dichiarata area marina protetta, è abitata perlopiù da tartarughe marine della specie Caretta caretta e testuggini), mentre poche miglia più a sud si può notare lo Scoglio del Catalano (anch’esso dichiarato aree protetta, deve il suo nome ai tantissimi pescatori d’Alghero – ma di lingua catalana – che lo raggiungevano per pescare corallo e aragoste).
Nelle prossime sezioni dedicate a Oristano, parleremo della Costa con le sue meravigliose spiagge, calette e scogliere, delle tradizioni, con le sagre e le feste che durante l’ anno si svolgono a Oristano e provincia ( come la famosa Corsa alla stella, la Sartiglia), dei prodotti tipici e di tutto ciò che c’è da sapere sulla antica capitale del Giudicato di Arborea che nei secoli passati tentò di annettere Cagliari e gli altri giudicati per il Sogno di una Sardegna Unita.