La storia di Oristano

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Come testimonia il materiale litico giunto fino a noi, il territorio oristanese, è stato abitato fin dal Neolitico: dal Monte Arci, in particolar modo, si poteva ricavare l’ossidiana, utilizzata per realizzare utensili, punte di lance e monili.

Se durante l’Età del Bronzo, anche Oristano – come il resto della Sardegna – sviluppò le architetture tipiche della civiltà nuragica (tombe dei giganti o domus de janas), lungo la costa si svilupparono gli insediamenti di Tharros (di origine fenicia, in epoca romana, divenne una cittadina fiorente) e di Cornus (nel territorio di Cuglieri, fondata dai cartaginesi).

La storia della città di Oristano è, però, indissolubilmente legata al Giudicato di Arborea.
Vediamo insieme, perché.
Dopo il crollo dell’Impero Romano, ed un breve periodo passato sotto il dominio vandalo, la Sardegna divenne dapprima provincia dell’Impero Bizantino e poi, intorno, all’anno Mille per una serie di questioni interne, l’isola si allontanò dal controllo centrale e creò quattro giudicati autonomi: Cagliari (a sud), Torres-Logudoro (a Nord-Ovest),Gallura (Nord-Est) e Arborea (nel Centro-Ovest).

Il Giudicato di Arborea si estendeva dal golfo di Oristano ai monti del Gennargentu ed ebbe per capitale dapprima Tharros e poi, dal 1070, Oristano; all’epoca, probabilmente, non era particolarmente potente, ma in virtù della sua posizione era uno snodo commerciale e logistico importante.

Nel 1198 il giudicato venne invaso, ed in parte distrutto, da Guglielmo I Salusio IV Giudice di Cagliari: Oristano fu quindi fortificata (vennero alzate mura ed erette una trentina di torri; tra queste, sono ancora oggi visibili la torre di San Cristoforo e la torre di San Filippo).

Nel 1257, Arborea (filo-pisana) partecipò con gli altri regni isolani alla guerra con il giudicato di Cagliari (filo-genovese), che venne non solo sconfitto, ma anche smembrato (permettendo così ad Oristano di allargare i propri confini).
Poco più tardi, sotto il regno di Mariano II de Serra Bas, re capace d’intelligenti mosse strategiche, il Giudicato d’Arborea riuscì a controllare la metà dell’isola.

Tra i regnanti più noti, ed apprezzati, di Oristano, si ricorda Eleonora d’Arborea (salita al trono dopo l’uccisione del fratello), che è passata alla storia per aver dotato, nel 1392, il regno della Carta de Logu, un codice di leggi relative al diritto penale, civile e processuale che venne applicato fino alla promulgazione dello Statuto Albertino.
Dopo la morte di Eleonora, il Giudicato si avviò verso un lento declino fino al 1420 (anno in cui la Corona d’Aragona acquistò diversi territori sardi) quando venne trasformato in marchesato e passò sotto il controllo di Leonardo Cubello, discendente da Ugone II di Arborea; nel 1475 il marchesato fu annesso definitivamente alla Corona di Aragona e, nell’agosto del 1479, Oristano divenne città regia: da allora, la sua storia, s’intreccia, e si fonde, con quella della Sardegna iberica.

Durante la guerra dei Trent’anni, nel febbraio del 1637, l’Oristanese venne saccheggiato dalle truppe francesi: a memoria di questo tragico evento sono rimasti degli stendardi oggi custoditi nella Cattedrale cittadina.
Nel 1652 anche Oristano, come il resto della Sardegna, fu decimata dalla peste e dalla conseguente carestia.

Con il Trattato di Londra del 1718 il Regno di Sardegna, e di conseguenza anche Oristano, passò ai duchi di Savoia, principi di Piemonte.
Nell’agosto del 1767 Oristano e i suoi Campidani vennero consegnati in feudo a Damiano Nurra Conca, ricco commerciante che prese il titolo di Marchese d’Arcais.
Qualche decennio più tardi, nel 1838, re Carlo Alberto abolì il feudalesimo e decise di affidare quelle terre ai contadini.

Oristano, nel 1921, diede i natali al Partito Sardo d’Azione.
Questo partito social liberale venne fondato da alcuni reduci della Grande Guerra (tra i quali si ricordano: Emilio Lussu, Davide Cova e Camillo Bellieni) e si è sempre impegnato nel nome dell’indipendentismo sardo (precisando, però, il suo carattere autonomista, ma non separatista).

Durante l’epoca fascista, Oristano, vide il completamento di diverse opere pubbliche: oltre alla costruzione della maestosa diga di Santa Chiara sul fiume Tirso, si assistette ai lavori di prosciugamento del paludoso stagno di Sassu, ed alla bonifica del territorio con relativa fondazione (nell’ottobre 1928) del centro abitato di Mussolinia (ribattezzata Arborea nel 1944).
Oristano, oggi importante destinazione turistica, è divenuta capoluogo di provincia il 16 luglio 1974.

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