La Sagra del Redentore

La Festa del Cristo Redentore, si festeggia nel mese di agosto a Nuoro

“Donne nuoresi, candidi vecchi, pastori erranti, lavoratori spersi nella vallata aulente, a voi tutti che al cerulo cadere della sera, volgete gli occhi oranti verso l’immenso altare dell’Ortobene, e al bronzeo Redentore sorgente fra fior di rose nuvole offrite il vostro cuore, ricordatevi la tenera donna che là, oltre il mare per voi ispirò l’artefice, ed or sciolta dai veli mortali, eletto spirito oltre i lucenti cieli offre il fior della preghiera al Redentore”.
Grazia Deledda – omaggio a Luisa, moglie dello scultore Vincenzo Ierace.
La dedica è posta sulla lapide, ai piedi della formazione rocciosa. Leggenda narra che la donna morì alla vista della statua, impressionata dalla sua mole.

La Festa del Redentore, che tradizionalmente si tiene l’ultima domenica di agosto, è una delle feste religiose e folkloristiche più autentiche ed importanti per Nuoro e la Sardegna. Ispirata dal motto “Il Futuro Delle Tradizioni”, anno dopo anno s’impegna, per non perdere il suo carattere originale ed il suo straordinario effetto catalizzante, al mantenimento rigoroso delle tradizioni e alla ricerca del giusto mix di innovazione.

Nuoro redentore

Cenni storici sulla Sagra del Redentore

L’edizione 2017, che si svolgerà domenica 27 agosto, sarà la numero 117; la sagra vuole celebrare la posa della statua del Redentore (opera dello scultore calabrese Vincenzo Jerace) e la successiva benedizione e consacrazione del monte Ortobene, avvenuta nel 1901.

In occasione del giubileo del 1900, Papa Leone XIII, espresse il desiderio di iniziare il nuovo secolo innalzando venti monumenti per un “grandioso omaggio a Dio”, da edificarsi su altrettanti monti siti nelle diverse regioni italiane. La proposta venne accolta dovunque con entusiasmo e nel luglio del 1899 il cardinale Domenico Jacobini, presidente del Comitato vaticano, comunicò la scelta della diocesi di Nuoro al Vescovo Monsignor Salvatorangelo Demartis. A questo punto, venne costituito un comitato esecutivo che si occupò di definire le caratteristiche dell’opera e di reperire i fondi necessari. Grazie ad una lotteria e ad alcune sottoscrizioni (sostenute, tra l’altro, dai giornali regionali e dalla scrittrice Grazia Deledda) si raccolse la somma di L. 13.825.55.
La statua fu commissionata allo scultore Vincenzo Jerace e venne eretta nel 1901: fusa a Napoli, giunse a Cagliari via mare, divisa in tre parti che furono trasportate in treno a Nuoro e, poi, sul monte Ortobene con carri trainati da buoi. La sola statua, priva di piedistallo, superava i 4 metri di altezza e pesava circa 2 tonnellate: è facile, quindi, immaginare quale impresa grandiosa fu, per l’epoca il trasporto e l’assemblaggio, in un luogo tanto impervio. I lavori si conclusero la mattina del 29 agosto quando già una folla di 8.000 fedeli risaliva l’Ortobene per partecipare alla cerimonia inaugurale. Anno dopo anno, la sagra del Redentore ha richiamato sempre più fedeli e, pian piano, si è configurata come un appuntamento atteso e di notevole importanza turistica.
Si ricorda che, durante il ventennio fascista, lo stato fascista intervenne direttamente nell’organizzazione della festa, e andò a modificare anche i programmi delle tradizionali manifestazioni: i festeggiamenti “civili” del 1935 per esempio, non solo andarono a comprendere le iniziative più diverse (dai canti popolari alle corse di cavalli, passando per spettacoli pirotecnici e concerti bandistici),  ma furono completati dall’introduzione della Sagra del costume e della sfilata del corteo dei costumi regionali.
E per incentivare la partecipazione all’evento, si decise un ribasso del 50% sulle tariffe ferroviarie. Presto, la festa assunse una notevole rilevanza turistica (al punto da comprometterne quasi lo spirito religioso) e per evitare confusione tra sacro e profano, i gruppi in costume vennero invitati a partecipare ad una breve processione religiosa sull’Ortobene, dopo la Messa all’aperto del 29 agosto, separando, così, le manifestazioni folk da quelle più strettamente religiose; si decise poi di suddividere la festa in due giorni:, nella giornata di domenica, in città, si svolgeva (e si svolge ancora adesso),  la sfilata dei costumi tradizionali e il festival regionale del folklore, mentre il giorno seguente era (ed è) dedicato alle cerimonie religiose e al pellegrinaggio sull’Ortobene.
Oggi, la Festa del Redentore, è tra gli eventi più importanti e più suggestivi della Sardegna e vede coinvolta l’intera città di Nuoro, in quanto attira migliaia e migliaia di fedeli e turisti.
mamuthones

Il Programma della Sagra del Redentore

Generalmente, la sagra del Redentore è anticipata da una serie di eventi: solitamente, una settimana prima, in Piazza Berlinguer si può assistere alla Vestizione ed alla  Sfilata delle Maschere Tradizionali della Sardegna (si arriva fino in Piazza Sebastiano Satta).

Domenica 27 agosto, invece, in mattina è possibile partecipare alla Sfilata dei Costumi Tradizionali della Sardegna. L’appuntamento si apre con il raduno dei gruppi nel cortile degli Uffici dell’Amministrazione Provinciale (presso l’ex caserma dei Vigili del Fuoco); il corteo sfila su Piazza Berlinguer, Via Lamarmora, C.so Garibaldi, Via Monsignor Bua e si conclude alla Cattedrale.

A mezzogiorno, si apre la sfilata più attesa: quella dei Cavalieri in costume Tradizionale provenienti da tutta la Sardegna. La partenza è in Via S. Barbara. Il corteo passa per Viale del Lavoro, Piazza Berlinguer ed arriva in Corso Garibaldi. Alla sfilata, aperta dai carabinieri a cavallo e da un tipico carro trainato da buoi, partecipano centinaia di figuranti provenienti da diversi centri sardi, vestiti con i costumi caratteristici.  E’ possibile assistere alla sfilata anche comodamente seduti acquistando biglietti in tribuna (presso Via Lamarmora e di fronte alla Chiesa delle Grazie).
La giornata si conclude, intorno alle 19, con il festival regionale del folklore che riempie di musica e canti a tenore lo Stadio Frogheri.
Costumi artigianato sardegna
Alla sfilata ed al festival prendono parte più di 50 associazioni folk provenienti da ogni angolo della Sardegna; tra gli ospiti, si ricordano: l’Associazione Culturale Sotziu de Ballu Orohole di Ovodda (NU), l’ Associazione Tradizioni Popolari Milis Pizzinnu di Milis (OR), il Gruppo Folk Beata Vergine del Rimedio di Ozieri  (SS), l’Associazione Turistica Proloco di Teulada Gruppo Folk (CA), il Gruppo Folk Texile di Aritzo (NU), il Gruppo Folk Bottidda di Bottidda (SS), l’ Associazione Gruppo Folk Busachi Bella Mia (OR), l’Associazione Culturale Gruppo Folk Santa Rughe di Orosei (NU), il Gruppo Folk Is Meurreddus di Iglesias (CI) e il Gruppo Folk Montegranatico di Guspini (VS).
Il lunedì mattina, alle ore 6, dalla Cattedrale di Nuoro (in Piazza S. Maria Della Neve), parte il pellegrinaggio a piedi fino al monte Ortobene, dove, alle 11, come da tradizione viene celebrata una S. Messa. Questo antico atto di devozione, perpetuato con amore dai nuoresi, oggi percorre un tragitto ben diverso da quello che seguiva fino agli anni ’40 ed era decisamente più lungo ed impegnativo. Il pellegrinaggio, oggi, è scandito da 13 stazioni e dopo sas Ladas attraversa le località di ponte di Capparedda, sa ‘e Lodè, sos Eliches Artos, fino ad arrivare nella zona di sa ‘e sos Frores.

Altri eventi collaterali alla Festa del Redentore sono: mercatini, mostre fotografiche, rassegne, visite guidate al museo e laboratori di oreficeria, ceramica e sartoria a cura dei Maestri Artigiani.

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