IGLESIAS E LA SUA STORIA

Il territorio Iglesiente risultava già abitato in epoca preistorica, come dimostrano i reperti attribuibili al neolitico antico, alla cultura di Ozieri (IV millennio a.C.) e al periodo prenuragico.
Eredità cartaginese è, invece, il tempio di Genna Cantoni, sito lungo il confine con Vallermosa (non lontano dall’ area archeologica nuragica di Matzanni).
Anche i Romani, attratti dalle numerose miniere d’argento presenti, giunsero in quel di Iglesias e vi crearono il centro minerario “perduto” di Metalla (dove vi lavoravano perlopiù schiavi e carcerati), sito tra Iglesias e Fluminimaggiore.
Quasi disabitato per buona parte dell’Alto Medioevo, Iglesias, riprese a svilupparsi intorno alla chiesa tardo-bizantina di San Salvatore.
Più tardi, quando anche i bizantini abbandonarono l’isola, il borgo passò sotto il controllo della curatoria del Cixerri e fino al XIII secolo seguì le sorti del giudicato di Cagliari. Quando nel 1258 il giudicato venne spartito, Iglesias, così come le curatorie del Cixerri, Sulcis, Nora e Decimo, finì alla famiglia pisana dei Della Gherardesca.
Qualche anno dopo le due curatorie meridionali e Decimo passarono agli eredi di Gherardo della Gherardesca mentre la curatoria del Cixerri finì al conte Ugolino della Gherardesca.

Quei territori, ricchissimi di risorse argentifere, furono protagonisti di una decisa politica di sfruttamento che portò alla fondazione del centro di Villa di Chiesa (che presto, forte anche di un’importante crescita demografica, arrivò ad occupare un posto di rilievo nell’economia dell’isola).
La famiglia di Ugolino della Gherardesca s’impegnò nella costruzione di un castello (chiamato di Salvaterra o di San Guantino), di palazzi, di cinte murarie, di un ospedale e di un acquedotto: inoltre, finanziò, negli ultimi decenni del 1200, la costruzione di alcune chiese; tra queste, si ricordano la chiesa di Santa Chiara e quella di Nostra Signora di Valverde.
Nel 1289, il conte Ugolino morì nella Torre della Muda di Pisa (dove era imprigionato dall’estate prima, accusato di sedizione e alto tradimento) e i suoi possedimenti del Cixerri furono ereditati dal figlio Guelfo della Gherardesca (che per sfuggire alle autorità pisane si era trasferito proprio a Villa di Chiesa).

Iglesias e la sua storia

Guelfo e i suoi fratelli, sostenuti da Genova, mantennero un atteggiamento ostile nei confronti del potere centrale della repubblica, arrivando a coniare il tornesi, una moneta d’argento e a prendere possesso delle curatorie del Sulcis, Nora e Decimo.
Per tutta risposta, Ranieri Della Gherardesca, Lupo Villani e Mariano II di Arborea attaccarono Villa di Chiesa, con un esercito di 1000 uomini, mettendo in fuga i figli di Ugolino.
Per qualche tempo, la cittadina (ancora fiorente, grazie all’attività di estrazione del piombo e dell’argento) fu amministrata dagli arborensi e poi, all’inizio del 1300, passò sotto il controllo diretto di Pisa.

Il 7 febbraio 1324, dopo un assedio durato mesi, Villa di Chiesa, fu conquistata dagli aragonesi.
Decimata dalla terribile peste del 1348, la città si alleò contro il governo aragonese a fianco di Mariano IV di Arborea (che la governò dal 1365 al 1388):
Nel 1436 fu ceduta in feudo da Alfonso V d’Aragona a Eleonora Carroz per 5000 fiorini e, nel corso del Cinquecento, Villa di Chiesa, iniziò ad essere chiamata Iglesias (Chiese).
In seguito al trattato dell’Aia, nel 1720, Iglesias, come il resto della Sardegna, divenne territorio dei Savoia e, dal 1799, fu a lungo scelta come luogo di villeggiatura dalla Casa Reale.

Nel corso del XVIII secolo l’attività estrattiva venne abbandonata definitivamente e i suoi abitanti si dedicarono all’agricoltura ed alla pastorizia. Nel corso dell’Ottocento, in seguito alla riapertura delle miniere, Iglesias, fu protagonista di un importante rinnovamento non solo economico, ma anche culturale e sociale (in quest’angolo dell’isola si trasferirono, infatti, tecnici e lavoratori provenienti dalle altre province sarde e dal nord Italia).
Nel 1821 i Savoia, elessero Iglesias capoluogo dell’omonima provincia (comprendente 23 comuni).
La provincia rimase attiva solo fino al 1848, ma Iglesias fu capoluogo del circondario omonimo fino al 1927.
Il 12 ottobre 2005 con Delibera del Consiglio Provinciale n. 21, la città, unitamente a Carbonia, ottenne il riconoscimento di capoluogo della Provincia di Carbonia-Iglesias.
Dal 2016, però, a seguito della legge di riforma delle province, appartiene alla Provincia del Sud Sardegna.
Nel secondo dopoguerra, la crisi del comparto minerario non risparmiò Iglesias e la città dovette reinventarsi e rilanciarsi.
Oggi, è un vivace centro caratterizzato da un buon sistema di servizi ed una discreta vocazione turistica: ricca di tradizioni secolari, può contare anche su spiagge bellissime, inserite in un contesto naturale ancora in buona parte incontaminato.

Abbiamo inserito anche Iglesias tra le città più interessanti della Sardegna, tutta da scoprire
Nelle pagine collegate parleremo del territorio di Iglesias, della sua Costa e delle cose da fare e da vedere.

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