Cosa vedere a Monserrato

Le cose più interessanti da vedere a Monserrato

Cosa offre Monserrato a livello storico, architettonico e Culturale?
Facciamo un elenco delle cose da vedere per i turisti o per i locali che ancora non conoscono bene il territorio in cui vivono.

CHIESA DI SANT’AMBROGIO

La Chiesa di Sant’Ambrogio è la chiesta Parrocchiale di Monserrato.
Sorge in piazza Padre Silvio Serri ed è dedicata al Santo patrono della cittadina campidana.
Costruita nella seconda metà del XVI secolo in stile gotico catalano.
Un documento notarile datato 1564, infatti documenta gli accordi tra don Geronimo Zapata, canonico decano della cattedrale di Cagliari, i sindaci e gli addetti ai lavori (gli scalpellini / “picapedres”) per la costruzione del presbiterio su modello della chiesa di San Pietro a Settimo.
Più tardi, nel 1615, venne commissionata la costruzione dei prospetti merletti ai lati della facciata.
La facciata, racchiusa tra due contrafforti, oggi si presenta con un terminale a doppio spiovente, mentre in origine – stando a quanto ricostruito dagli storici – si caratterizzava per il coronamento orizzontale dotato di merli, come quelli che ornano ancora oggi le mura ai lati del prospetto.
Alla sinistra della facciata si può notare il campanile, a canna quadra, sormontato da un corpo cilindrico coperto da una cupoletta semisferica. Il portale strombato, con arco a sesto acuto, è, infine incorniciato da colonnine con capitelli scolpiti. Sopra si apre un oculo.
L’interno della Parrocchiale si presenta a navata unica, con volta a botte, ma gli spazi di comunicazione tra le cappelle laterali, aperti in epoca recente. Il presbiterio, invece, sii contraddistingue per l’originaria volta a crociera stellare, con tanto di gemme pendule scolpite agli incroci tra i costoloni.
Notevole è il fonte battesimale seicentesco realizzato in marmo bianco scolpito, le statue lignee del Crocifisso e di Sant’Ambrogio, la pregevole croce astile processionale in argento ed il paliotto marmoreo della seconda metà del Settecento.

CHIESETTA CAMPESTRE DI SAN LORENZO

La Chiesetta campestre di San Lorenzo ha pianta rettangolare ed una sola navata; tecnicamente attualmente appartiene al territorio di Cagliari. Tuttavia, è da sempre cara ai monserratini.

I lavori di iniziarono nel 1902 – e su “impulso” del parroco di Monserrato, il teologo Raimondo Barra, che coinvolse anche la popolazione – fu completata in pochi mesi e il 10 agosto del 1903 fu inaugurata alla presenza dell’arcivescovo di Cagliari, Monsignor Pietro Balestra.
La sera prima, vi fu una processione con il simulacro del Santo su un prezioso cocchio di colore verde e con intarsi d’oro, voluto da Valeriano Spiga, un benefattore locale che si è impegnato anche nella costruzione della chiesa di San Valeriano.
Negli anni ‘60 del Novecento, la struttura della chiesetta venne danneggiata e, nel giro di pochi anni andarono persi parte dell’altare ed il pregevole pulpito in legno.
Nel 1972, comunque, partirono per volontà del parroco del SS. Redentore don Paolo Deiana i lavori di restauro.

CHIESA DEL SANTISSIMO REDENTORE

La Chiesa del Santissimo Redentore si affaccia su via San Lorenzo e si caratterizza per l’aspetto moderno tipico delle architetture religiose costruite dopo la seconda guerra mondiale. Decisamente originale, invece, la torre campanaria a sezione quadrata che svetta per 26 metri al fianco della chiesa.
La prima pietra, infatti, venne posata il 10 febbraio 1955 sotto la direzione dell’allora arcivescovo Monsignor Paolo Botto.
Tuttavia, fu inaugurata solo 15 anni più tardi, il 29 giugno del 1970
La grande ed unica navata di forma rettangolare misura 15 metri x 40 metri e ha una copertura a capanna che circonda una croce dalla forma stilizzata.
Nel prospetto in pietra, invece, è posizionato il portone sormontato da una tettoia. La facciata è realizzata anch’essa in pietra.

CHIESA SAN GIOVANNI BATTISTA DE LA SALLE

La Chiesa di San Giovanni Battista de La Salle è la più recente del comune di Monserrato in quanto è stata consacrata nel 2005. Situata in via Seneca (nel quartiere di Paluna, al confine con il comune di Selargius).
La chiesa è in cemento armato ed è stata realizzato secondo un gusto moderno, con linee geometriche. forme tondeggianti e finestre ogivali decorate con pregevoli vetrate colorate. Dall’ingresso si accede alla particolarissima navata centrale a forma di. Sul lato sinistro della chiesa sorge il campanile anch’esso in struttura di cemento armato a base quadrata.

CHIESA DELLA BEATA VERGINE

La chiesa dedicata alla Beata Vergine di Monserrato è nota anche con il nome di Santa Maria de Paulis. I primi documenti relativi dell’architettura religiosa risalgono al secolo XII.
Con l’avvento dei colonizzatori aragonesi, poi, come è noto, il culto della Vergine di Montserrat arrivò e prese piede in tutta la Sardegna.
In origine la chiesa, costruita con blocchi di calcare, aveva forma quadrata; oggi, invece, presenta una pianta a croce greca con cupola centrale ascrivibile al secolo XIX.
Dopo la seconda guerra mondiale, come documentano diverse fonti storiche, la facciata fu suddivisa in tre ordini orizzontali da marcapiano.
Nel livello inferiore, in posizione centrale, tra due lesene, spicca il notevole portale rifatto dallo scultore monserratino Gianni Argiolas.
Al livello intermedio, tra due nicchie con cerchi superiori, c’è un un rosone centrale cieco, mentre, infine al livello più alto, si può ammirare un semplice rilievo indicante le lettere M e V riconducibili al nome della Santa Maria Vergine.
All’interno si possono ammirare diverse opere di Argiolas; fra queste spicca il “Dipinto della Processione”, realizzato insieme ad Augusto Loi ed ai ragazzi della bottega artistica.
Solitamente, la chiesa non viene utilizzata, ma viene riaperta in occasione di cerimonie o funerali oppure durante il mese di Settembre per le celebrazioni in suo onore.

CHIESA DI SAN VALERIANO

La piccola chiesa di San Valeriano – detta Oratorio – è molto interessante dal punto di vista artistico.
Venne edificata nei primi anni del Novecento ed avrebbe dovuto assolvere alla funzione di cappella privata della famiglia Spiga, la quale la fece erigere nel terreno di sua proprietà, dirimpetto alla casa di abitazione padronale.
A porre la prima pietra fu proprio l’Arcivescovo di Cagliari Mons. Pietro Balestra che il 5 Maggio del 1910 consacrò la chiesa, caratterizzata da un piccolo campanile a vela che ne sovrasta la facciata. Sormontato da una croce ed impreziosito da una bifora ogivale, è dotato di due campane.

Esternamente presenta con una piccola facciata di color ocra, dalla forma quadrangolare, centralmente divisa da una cornice ornamentale di colore bianco.
Nel 2017 è stata oggetto di un importante restauro che ha messo in risalto il pregevole portale d’ ingresso realizzato in legno intarsiato e di forma leggermente arcuata.
Al suo interno, viene conservato il simulacro di San Valeriano (custodito nell’altare di marmo) e il cocchio che trasporta San Lorenzo.

MONUMENTO SA CRUXI ‘E MARMURI

Il Monumento Sa Cruxi ‘e marmuri è una pregevole croce in marmo risalente al 1550 ospitata nella piazzetta di via Giuseppe Zuddas, nel cuore del centro storico di Monserrato.
Di gusto gotico, è eretta sopra un basamento tronco piramidale in pietra e presenta un’immagine del Cristo ed un’immagine della Madonna con il bambino Gesù.
La croce aveva una funzione giurisdizionale in quanto rappresentava il limite di competenza del territorio ecclesiastico, ma non solo.
Al suo cospetto, infatti, si procedeva alle esecuzioni capitali per impiccagione.

MUSEO DELLE FERROVIE DELLA SARDEGNA

Il Museo delle ferrovie della Sardegna (Museu de sas Ferrovias de Sardìnnia) è un museo ferroviario situato nei pressi della stazione ferroviaria di Monserrato e dei relativi depositi ferroviari dell’ARST e risulta collegato al fascio dei binari del vicino piazzale.
Attualmente è chiuso al pubblico in quanto oggetto di un’importante azione di restauro.
Comunque, è stato inaugurato il 12 dicembre 1996 su iniziativa dell’Ente sardo industrie turistiche (ESIT) può contare una superficie espositiva di circa 1000 m²e racconta la storia del trasporto su binari dell’isola.
Il polo risulta suddiviso in quattro aree. Una prima area è dedicata costruzione delle linee ferroviarie a scartamento ridotto.
Poi c’è un ampio spazio dedicato agli utensili e ai macchinari impiegati nelle officine e una sezione in cui viene illustrato, anche con attrezzature, strumenti e documenti ufficiali, il funzionamento delle stazioni d’epoca.
L’ultimo spazio espositivo ospita il materiale rotabile storico del museo ed in particolare le locomotive a vapore Winterthur 43 Goito del 1893 e Reggiane FCS 402 del 1931.

MUSEO SARDO DI ANTROPOLOGIA ED ETNOGRAFIA

Il Museo sardo di antropologia ed etnografia è ospitato all’interno della cittadella dell’Università di Cagliari.
È stato fondato nel 1953 dal Professor Carlo Maxia, allora Straordinario di Antropologia presso l’Università degli Studi di Cagliari e per 45 anni ha avuto sede in Via Porcella, ma dal 1993 fa parte del C.I.M.A.S. (Centro Interdipartimentale dei Musei e dell’Archivio Storico).
Intento primario del polo espositivo è quello di proporre una sintesi dell’evoluzione dell’Uomo, le caratteristiche scheletriche dei Sardi nel tempo, alcune nozioni di anatomia umana come le differenze di sesso o età rilevabili dall’esame dei crani, diverse caratteristiche culturali dei Sardi nel tempo.
La collezione del museo comprende:

• Resti scheletrici umani preistorici e protostorici rinvenuti in varie località della Sardegna. Tra i vari reperti sono degni di particolare attenzione: la Calotta di Seulo e il cranio di San Benedetto di Iglesias con dente canino incluso.
• Costumi tradizionali sardi e oggetti di uso quotidiano nelle antiche case contadine. La collezione degli abiti, acquisita a partire dal 1970 sino al 1974, è composta da 34 abiti tradizionali festivi completi ed un abito di carnevale (Mammuthone di Mamoiada), ai quali si sommano alcuni elementi isolati. Gli oggetti della tradizione pastorale, invece, sono in gran parte donazioni del Professor Giovanni Cosseddu.
• Ex-voto provenienti dalle chiese di San Palmerio e di San Serafino a Ghilarza. La collezione, risalente agli anni ‘50 del XX secolo, conta di 56 elementi
• Strumenti musicali sardi. La collezione è composta in totale da 29 strumenti di vario tipo: aerofoni, membranofoni e idiofoni.
• documenti e filmati inerenti alla protostoria sarda. I primi film o, per meglio dire, i primi spezzoni risalgono al 1953. Più di un centinaio le fotografie in bianco e nero.

Oltre a Chiese e monumenti a Monserrato c’è tutta una tradizione da scoprire, legata ai prodotti tipici, all’ artigianato e ai mestieri che si tramandano da generazioni.
Un esempio è la cantina sociale, per il vino o i panifici per la panificazione, primo fra tutti l’ antico fornaio Congiu, ancora oggi uno dei migliori panifici di tutto il territorio.

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