Castelsardo, il paese che guarda il mare da Cielo è una meta ideale per le vacanze in Sardegna.
Abitata fin dal Neolitico, per via della sua ottima posizione geografica e per la presenza di approdi naturali, anche Castelsardo fu scelta da popolazioni pre-nuragiche e nuragiche; in particolar modo, i Romani abitarono, e svilupparono dal punto di vista commerciale, la zona dell’odierno porto turistico.
Con la caduta dell’Impero Romano, anche Castelsardo, finì sotto il controllo dei vari Giudici e visse vicende alterne, soprattutto quando il Giudicato di Torres decise di donare agli ordini monastici gran parte delle sue terre. Così, non lontano dal centro cittadino sorse l’importantissimo monastero benedettino di Tergu; il monastero di eremiti antoniani sul colle di Frigiano, invece, divenne uno dei principali poli di aggregazione della popolazione rurale, fino a quando nel 1102 fu trasformato in un lazzaretto in seguito alla fondazione del Castelgenovese, il castello dei Doria. Pian piano, gli abitanti si spostarono, quindi, all’interno della rocca, dotata, tra l’altro, di un approdo indipendente. Dopo i Doria, il castello fu abitato anche dai Giudici di Arborea (appartenenti al casato dei Cappai de Baux), fino all’arrivo degli aragonesi.
Nel 1448 Castelsardo passò sotto i controllo aragonese e nominata Città Regia. Dopo esser divenuta sede vescovile, nel 1520 (anche se non vi sono fonti ufficiali in proposito) il paese venne rinominato Castillo Aragonés (Castel Aragonese), mentre sul finire del Cinquecento iniziò la costruzione della Cattedrale.
Nel 1767 durante il regno di Carlo Emanuele I, la cittadina prese l’attuale nome, Castelsardo, ma non tolse dallo stemma comunale le “barre d’Aragona”.
La prima metà dell’Ottocento fu tutt’altro che semplice per Castelsardo e l’atteggiamento autoritario e poco illuminato dei proprietari terrieri non migliorò certo la situazione. L’arrivo della peste, infine, decimò un paese oramai allo stremo. Come la cittadina superò il periodo più buio della propria storia e divenne il bellissimo borgo medievale che oggi conosciamo? Grazie al ritorno di molti emigranti, ai finanziamenti statali e regionali e all’industria del turismo che, nel corso del Novecento, seppe lanciare, e valorizzare, una splendida ed affascinante località di mare.
Il promontorio di Castelsardo si affaccia sul golfo dell’Asinara ed è il principale centro della storica regione dell’Anglona (delimitata a nord dal mare, a sud dal Monte Sassu, a est dal fiume Coghinas, ed a ovest dal fiume Silis e dal Monte Pilosu). La cittadina, che ospita circa 6.500 abitati (castellanesi) si sviluppa su una superficie di 43,34 km² ed è caratterizzata da un’altitudine media sul livello del mare di 114 metri.
Suddiviso in 4 frazioni (Lu Bagnu, Multeddu, San Giovanni e Terra Bianca), Castelsardo, in provincia di Sassari, confina con i comuni di Sedini, Sorso, Tergu e Valledoria.
Il territorio di Castelsardo risulta in buona parte collinare ed è ricoperto dalla tipica macchia mediterranea (erica, ginestra, rosmarino, viburno, euforbia, corbezzolo, lentisco e ginepro); i boschi, comunque, si estendono, al massimo, per qualche decina di ettari (a questo proposito ricordiamo che è in atto un programma di forestazione). Non è raro incontrare: donnole, cinghiali, lepri, conigli selvatici e, soprattutto, greggi di pecore e mandrie di mucche.
Il terreno risulta composto soprattutto da banchi di trachite, ma anche da tufo e argilla. In località Multeddu, merita menzione la roccia dell’Elefante, un grosso masso trachitico e andesitico; originariamente il masso faceva parte del complesso roccioso di monte Castellazzu dal quale si distaccò rotolando a valle.
Il litorale di Castelsardo si contraddistingue per la presenza di roccia trachitica e, quindi, di diverse scogliere a picco sul mare. Non mancano comunque deliziose calette di sabbia. Scopriamo, insieme, le più belle spiagge di questo angolo di Sardegna:
I BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA: il 17 giugno si è svolta la tre giorni dedicata ai borghi più belli d’Italia con tante mostre e l’apertura dello Stand “Sardegna 2017: Primavera nei Borghi”. Castelsardo, dunque, per un intero fine settimana, è stata l’epicentro dei 271 borghi più belli d’Italia.
CARNEVALE ESTIVO: il carnevale, a Castelsardo, si festeggia in piena estate. O almeno così era fino al 2016 (per il 2017, l’evento non è stato confermato). Il Rio de Frijaneiro da quasi 10 anni animava l’estate con balli (e ballerine brasiliane!), canti, musica, carri allegorici ed importati ospiti. Per tradizione, la sfilata (fino alla spiaggia della Marina) è sempre stata aperta dalle maschere sarde.
WORLD MUSIC FESTIVAL: anche per questo importante evento non si hanno conferme per l’edizione 2017. II WMF è una rassegna di concerti musicali di carattere nazionale ed internazionale, organizzata dalla prestigiosa Cooperativa teatro e/o Musica.
UN’ISOLA IN RETE: Castelsardo celebra la fine dell’estate con un grandioso festival letterario che vede protagonisti scrittori emergenti e non.
CAPODANNO: il centro sardo è solito organizzare un bel veglione in Piazza Nuova – Castello dei Doria. Il mattatore dell’edizione 2016 è stato Max Gazzè. Ancora non si sa chi salirà sul palco il prossimo 31 dicembre.
Castelsardo è famosa nel mondo per la produzione artigianale dei cestini in palma nana e rafia: piccoli e grandi capolavori intrecciati, realizzati a mano con pazienza, dedizione ed amore. Corbule (di forma tronco-conica, hanno la base piccola e i bordi alti) e canestri (dal bordo più basso) caratterizzano l’arte locale e sono pezzi irrinunciabili del “corredo del pane” di ogni sposa. Tipica è anche la pòntina, capiente contenitore dalla forma cilindrica dotato di coperchio; originariamente era utilizzato per la biancheria o per i legumi, mentre oggi, ha soprattutto funzione ornamentale.
Presso il Museo dell’Intreccio Mediterraneo, ospitato nelle sale del Castello, si possono scoprire non solo le diverse tecniche dell’intreccio, ma anche ammirare alcuni dei manufatti più belli.
Molto diffusa è l’arte della tessitura. La lana, la principale materia prima, viene lavorata a telaio, immediatamente dopo la tosatura, dalle donne di casa. I manufatti più tipici sono: arazzi, tappetti, bisacce e coperte da letto “is fenugas” o “burras” (realizzate cucendo assieme tre teli tessuti separatamente). Castelsardo è nota anche per la sua arte orafa, ed in particolar modo per la lavorazione della filigrana. Anche qui, i gioielli non sono solo un’espressione artigianale tra le più raffinate, ma vanno ad impreziosire agli abiti tradizionali.
Infine, ricordiamo che il centro principale dell’Anglona è molto attivo nella lavorazione della ceramica, anche se buona parte della produzione ha un fine utilitaristico.
La gastronomia locale è legata alle tradizioni agricole e pastorali, ed ovviamente, alla pesca (non è un caso che in molti affermino che a Castelsardo si possa mangiare la più gustosa aragosta del Mediterraneo). Merita menzione d’onore la Zuppa di pesce alla castellanese (rigorosamente servita con pane Civraxiu abbrustolito) preparata con cozze, arselle, pesce cappone, pesce san pietro, scorfano, gallinella, dentice, aragostella, gamberi, seppie e qualche fogliolina di basilico.
Tra i salumi, vanno ricordati la coppa sarda (dolce e gustosa) e la salsiccia (ottenuta riempiendo budello naturale con un impasto di parti sia grasse che magre, unito ad aromi e spezie)
Oltre che sui tradizionali amaretti, la produzione dolciaria e pasticcera di Castelsardo si concentra su: formaggelle (is Pardules, ossia cestini ripieni di ricotta), i papassini (pabassinos, biscotti glassati con uvetta, preparati in occasione di Ognissanti) e i cucciuleddi (squisiti dolcetti a base di miele e mandorle).
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